sabato 28 febbraio 2015

La città di Dhot-Ramandh




Questa storia è stata scritta tanto tempo fa. L'ho scoperta per caso sfogliando un vecchio libro conservato da mio nonno nella sua biblioteca personale. La copertina di pelle lisa mi aveva incuriosito e quindi lo iniziai a sfogliare. Ad un certo punto vidi un disegno fatto a mano di una città e la mia curiosità fu così grande che iniziai a leggere.
Diario di un sopravvissuto
giorno sesto dalla decima luna, quarta era

La città sorgeva oscura sui lati delle montagne al confine con Mordor mentre l'alta torre di Noreth sembrava voler toccare il cielo con la sua nera guglia.

Le mura abbracciavano il borgo su due livelli: la cinta più bassa ne marcava il confine, mentre quella più alta e robusta tagliava la città in due. Dovete sapere che in questo luogo la popolazione è divisa in modo netto in due classi sociali: nella parte inferiore ci sono i più poveri che non hanno neanche di che mangiare, essi sono una moltitudine e a malapena riescono a sopravvivere. Nella parte superiore invece vivono le famiglie ricche, anzi ricchissime, costoro riescono addirittura a fare quattro pasti al giorno e vivono sfruttando il lavoro dei poveri.

La parte bassa era formata da piccole e misere abitazioni fatte di legno, fango e paglia. C
'erano solo tre pozzi e la gente poteva rifornirsi di pochissima acqua. Per strada si potevano addirittura trovare cadaveri di mendicanti morti per il freddo o per la fame e, dopo alcune esecuzioni, scorreva anche il sangue in alcuni canali scavati nella strada. A sorvegliare la situazione c'erano le guardie speciali della città alta, essi erano vestiti con mantelli neri lunghi fino alle ginocchia e portavano stivali di cuoio che terminavano a metà polpaccio. I poveri invece li riconoscevi subito perché andavano in giro con abiti dai colori smorti e tristi: braghe e casacca per gli uomini e tuniche lunghe fino ai piedi per le donne. 


Questa gente non riusciva a vivere dignitosamente perché non c'era lavoro per tutti e quello che si trovava era mal retribuito. Gli uomini potevano diventare fabbri, contadini o allevatori, le donne facevano le casalinghe o erano al servizio dei ricchi spesso dovevano subire le offese e le violenze da parte dei loro padroni.

Tra i signori, invece, era tutto diverso: vestivano con abiti di seta e abitavano in sontuosi palazzi di marmo dai tetti d'oro, le cui stanze erano impreziosite da arazzi e dipinti realizzati da famosi artisti. Erano pazzamente ricchi e inconsapevolmente feroci.

Al centro esatto della città si ergeva la cattedrale con le sue alte guglie che gettavano ombra sui palazzi circostanti. La facciata era decorata in modo grottesco con teste umane bizzarre e animalesche. Ma la torre centrale era sicuramente l'opera più misteriosa della città. Intorno alla costruzione si avvolgeva un serpente di pietra nera sul quale erano scolpiti i gradini. Sulla vetta della torre il serpente apriva le fauci lasciando vedere le lunghe zanne. Sulla testa del serpente partiva un corno altissimo e all'apice una mano di pietra stringeva una Palantìr, una delle sette pietre veggenti, rubata a Osgiliath dallo stregone Hailain che, secondo le credenze locali, protegge la città.

Strane storie si raccontavano sulla torre di Noreth: alcuni sostenevano che il serpente era vivo e che aspettasse il tempo di svegliarsi, altri dicevano che nella bocca della creatura si celebravano riti di magia nera.

In questo posto dimenticato dagli uomini la legge non era uguale per tutti. Nella città di Dhot-ramandh, così viene chiamato questo luogo, chi si ribellava veniva picchiato e rinchiuso nella torre di Noreth, chi rubava a uno dei signori di sopra subiva il taglio della lingua e veniva reso schiavo per la vita; chi semplicemente feriva uno di questi signorotti rischiava persino la pena di morte!



 
Sheilan, colui che vede lontano.
                         



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