sabato 18 aprile 2015

La solitudine dell'orco Grendel





Sono Grendel, l'Orco feroce, infame e vagabondo. Vivevo nelle paludi e sulla terraferma. Un giorno il Signore delle Paludi mi aveva proscritto con la razza dei mostri, ma io per vendicarmi incominciai ad uccidere tutti. Massacravo e staccavo un ad uno le loro teste, le loro braccia e i loro piedi, comprese entrambe le gambe.

Cominciai ad ammazzarne quattro al giorno finché non diventarono cinque, sei, sette ed infine dieci. Ero crudele ma era la mia vendetta.


Passarono anni e anni e io continuai così, fino a quando non mi stufai. Erano passati  circa quattro anni. Incominciai a capire che la mia vita non era fatta solo per uccidere la gente, ma cominciai a sentire il bisogno di guardare qualcuno, di parlare, di amare. Mi accorsi che il mondo fuori era magnifico quando, un giorno, mi trovai a combattere con degli uomini.
Io ero il più forte, ero sicuro di me. Il guerriero che mi stava di fronte invece avvertii che non aveva timore di me, anzi mi stava sfidando. All'improvviso entrai in apprensione e se le cose oggi fossero andate diversamente? Se mi avesse battuto? Allora mi ricordai del mio passato. Non avrei mai immaginato di ritornare a pensare la mia vita precedente. Me ne andai. Abbandonai il combattimento. 

Dovevo vivere in mezzo alla natura per spazzare via come il vento ogni mia paura. Ricominciai a pensare se vivere o far vincere la morte e lasciarmi morire di solitudine. Ci riflettei abbastanza e senza nessun dubbio decisi di proseguire. Mi sarei disintossicato dalla mia vita piena di violenza e di omicidi. Non avrei più sfogato la mia ira nell'odio. Avrei provato a cambiare punto di vista. La mia vendetta doveva finire. Volevo avere diritto ad essere felice.

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